Pubblicato in: Ciclismo

Giro d’Italia 2009: sul Vesuvio in gondola?

di francesca 10 ottobre 2008

Non solo il ritorno a tre anni dal ritiro di Lance Armstrong (sarebbe la sua prima volta nel Belpaese), non solo la suggestiva partenza da Venezia (per l’occasione stanno già predisponendo le gondole a pedali), non solo il fascino del secolo tondo tondo (cent’anni e li dimostra tutti). Il Giro d’Italia 2009 non cessa di appiccicarsi addosso motivi d’interesse. L’ultimo, in ordine di tempo, è relativo al tracciato che scalerebbe il Vesuvio. Jamme, jamme, ‘ncoppa jamme ja…

E anche se non ci sarà Bettini, pazienza. Al di là della vulcanica trovata, il sospetto è che gli organizzatori non sappiano più cosa inventare per rigenerare la passione popolare per uno sport, il ciclismo, che nell’immaginario collettivo ormai è purtroppo diventato una gara a chi non si fa beccare dall’antidoping. Vince chi la fa franca.

Ancora ieri la Gazzetta dello Sport pubblicava sul suo sito la notizia di trenta casi sospetti d’autoemotrasfusione al Tour De France 2008. In pratica, a tre mesi dalla chiusura dalla competizione a tappe d’Oltralpe, c’è più d’un dubbio che qualche decina (due squadre di rugby, mica bruscolini) di atleti si ripuliva il sangue da zozzerie varie provvedendo con l’auto trasfusione.

La notizia ci permette di capire che:

  1. i testimoni di Geova non partecipano al Tour De France;
  2. l’Avis rappresenta un corteggiato sponsor tecnico;
  3. buon sangue talvolta mente.

Dalle nostre parti, gli organizzatori del Giro d’Italia non sapendo più a che santo votarsi hanno deciso di tentare la carta San Gennaro. Che di sangue notoriamente se ne intende…

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