Pubblicato in: Rugby

ITALIA – ARGENTINA: un inno alla mediocrità

di Mondo Nuovo 15 novembre 2010

Una nazionale mollusco

L’Italia del rugby ha trovato un nuovo inno: quello della mediocrità.

A sancire il nuovo evento (lasciando stare le nefandezze compiute e compiende da Dondi e dei suoi scagnozzi),  ci ha pensato una Nazionale tipo “Gianni e Pinotto”, evanescente e senza cervello.

I capi del “mollusco” che osa appropriarsi del termine “nazionale”, a mio modesto avviso, e senza giustificare alcune altre prestazioni negative (Perugini, Canale, Gower, Tebaldi) sono stati Mirko, Masi e in parte Parisse. Perchè non si possono ignorare, presuntuosamente, le superiorità al largo e gli schemi elementari del “dentrio-fuori”. I due (Masi e Mirko), egoisticamente interpretando il rugby come un fattore personale, hanno in ben tre occasioni ignorato la supremazia al largo, preferendo l’autoscontro (e quindi perdita di tempo, riposizionamento, e quant’altro), mentre Parisse poteva gestire meglio il sostegno dei compagni nei due calcetti, peraltro molto insidiosi, eseguiti nel primo tempo.

Mettiamoci anche due calci piazzabilissimi che non sono stati sfruttati per cercare la meta, un possesso che non ha portato i punti corrispondenti, una touche che ha funzionato rubando anche tre lanci avversari ma non è stata determinante ed una mischia che ha tenuto bene testa ai quotati avversari, ma sterile… e siamo stati sconfitti.

Il possesso non conta nulla se con la palla in mano continuiamo a non pungere: sembra che gli azzurri abbiano mani di marmo, oltre a non aver nessuno che abbia un cambio di passo determinante da sfruttare nelle occasioni che lo permettono (Benvenuti a parte, ma lo fanno giocare all’ala!), nel punto più debole, quando la cerniera tra terze linee ed apertura non è ancora chiusa del tutto.

Inoltre, la velocità d’uscita della palla dai raggruppamenti era troppo lenta, permettendo così il riposizionamento sistematico della difesa avversaria. Il solito ritornello delle partite che si vincono o si perdono in quindici qui non funziona: una decina di partite tra Magners ed Heineken non bastano a colmare un gap rugbistico ancora evidente tra la nostra squadra e le altre di vertice e gente come Canale (inesistente), Masi (logoro) e Gower (non sa cosa sono i calci di spostamento e i calcetti a seguire, gioca da centro intralciando i movimenti altrui) dovrebbe essere lasciata a riposo per provare Sgarbi e Burton (equiparato e rivelazione all’apertura in Magners per la Benetton; da non trascurare che mette dentro drop abbastanza facilmente). Tebaldi, lento e quindi prevedibile: aspettiamo Picone, che però ora sta giocando come terza linea nella Benetton, oppure tentiamo con Gori o Semenzato.
Ora ci aspettano un’Australia arrabbiata per la sconfitta subita in Inghilterra (35-18) e le isole Fiji che hanno dato filo da torcere alla Francia pur perdendo con il risultato (un po’ bugiardo) di 34 – 12.

Due vittorie in tre incontri? Sarà difficile ottenerne una sola!

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