Pubblicato in: Rugby

Gli Aironi battono il Biarritz 28-27!

di Sabrina 13 dicembre 2010

Aironi in festa

Heineken Cup. Aironi Rugby oggi sfida il Biarritz Olimpique. Club, quest’ultimo, di tradizione centenaria, uno dei tanti calderoni da dove la Francia attinge giocatori per la propria nazionale; tanti, troppi forse, che possono indossare la maglia dei Bleus”. Una squadra forte il Biarritz, perfetta, con degli avanti  pesanti che giocano duro per lavorare un ovale a dei tre quarti che non sono da meno; basti pensare che fra gli avanti  ci sono personaggi come Imanol Harinordoquy e Jerome Thion (detto “machine”… può bastare?) o i due giganteschi fratelli vichinghi Erik e Magnus Lund (brr! i loro nomi mi fanno venire in mente le invasioni barbariche). Biarritz, Club del sud della Francia, là ai confini con la Spagna: sole, oceano, surf, sangue basco che scorre nelle vene e che si ripercuote in una delle tifoserie più calorose e rumorose.

Aironi: giovani, con alle spalle neppure un anno di vita ed ancora alla caccia del successo, la storia tutta davanti agli occhi, pochissima alle spalle, quasi niente, eppure ha veterani quali Ongaro e Geldenhuys, autore di una meta con i Barbarians la settimana scorsa.

Insomma un incontro che non sarà certo, come si suol dire “mica pizza e fichi!”

E allora forza Aironi! Sono belli con la loro divisa verde ed il tema musicale di sottofondo stile “Il gladiatore”, così appropriato per questo sport, mi incolla allo schermo donandomi sensazioni da battaglia medioevale. Se tanto mi dà tanto…

Lo Stadio Luigi Zaffanella non è per niente gremito: vorrà dire che i nostri ospiti per oggi dovranno fare a meno dell’atmosfera da corrida a cui sono abituati. Pazienza.

Da subito gli Aironi guadagnano un calcio di punizione, beh… è un buon modo di cominciare. Ma nel giro di pochi minuti, dopo una maul in cui gli Aironi cercano di resistere, Romain Terrain segna una meta seguita, dopo pochi minuti, da un’altra marcata da quella scheggia umana di Ngwenya. Gli Aironi devono reagire, ora, subito. Ci provano, con grinta, aggressivi e reattivi, alzando una difesa che tiene più che bene, lottando contro la velocità e la forza degli avversari, avvicinandosi alla metà campo francese, arrabattandosi, commettendo errori, sì, ma facendosi valere: è un piacere vederli giocare. Nonostante le due mete subite sono ancora pienamente in partita, e sembra, dal modo in cui giocano, che questo concetto sia ben chiaro nella loro mente perché non abbassano la guardia tanto che, dopo mezz’ora di gioco, Tito Tebaldi piazza un calcio fra i pali accorciando le distanze a 6 – 12. Bene! Sotto il vivido sole di questa giornata di dicembre le due fazioni si aggrovigliano, si placcano, mentre ciuffi d’erba rimangono attaccati ai possenti tacchetti e ho l’impressione che, nonostante fossi prevenuta circa il risultato della partita, là su quel campo d’erba le forze siano ben equilibrate. Poi, poco prima della fine del primo tempo gli Aironi ci fanno e si fanno un regalo di Natale in anticipo: James Marshall va in meta. E vai! E’ una meta non trasformata, colpa forse del sole contro che fa la sua parte. Al 40° minuto il punteggio è 11 – 12 per il Biarritz. Proprio niente male. Sul piano morale è ottimo!

All’inizio del secondo tempo i baschi cercano subito di fare male attaccando con veemenza, tanto che Balshaw va in meta, fortunatamente non trasformata (ora sono loro ad avere il sole contro, tiè). Ma i ragazzi in verde non mollano, sono vivi, presenti, mi tengono incollata al televisore, con la loro energia che sembra non avere fine, donandomi sensazioni molto simili ad altre partite “stellari”; invadono la metà campo avversaria e dopo una serie di raggruppamenti in cui il bianco, il rosso, il verde delle divise si confondono e si mischiano con un effetto cromatico che è un piacere per gli occhi, Toniolatti ci fa un altro regalo: è meta. A questo punto il 18 a 17 per gli Aironi mette in difficoltà il Biarritz. Sorrido compiaciuta: certo che per i baschi trovarsi sotto anche solo di un punto dopo 50 minuti in cui si sono fatti un mazzo pazzesco non è edificante! Non ho il tempo di soffermarmi molto su queste considerazioni, perché i rugbysti in campo non lasciano respiro. Thion, Harinordoquy e gli altri vanno avanti, placcano, vengono placcati e si rialzano come se niente fosse (ma di cosa sono fatti?) e ci rendono pan per focaccia con un’altra meta, questa volta di Gimenez, che arriva dopo una lunga e faticosa lotta, portandoli di nuovo in vantaggio. Ma gli Aironi tengono bene, più che bene, soprattutto nel morale ed in risposta ad alcuni errori degli avversari si spostano nei 22 del Biarritz: rimessa laterale, e dopo una maul in cui braccia, gambe, teste, schiene girano e rotolano con una fluidità che è un capolavoro artistico, quella statua greca semovente che di nome fa Matteo Pratichetti va in meta, trasformata nel silenzio del Zaffanella. Aironi di nuovo in vantaggio 25 – 24! Bellissima partita, di quelle che si vorrebbe vedere spesso ed il fatto che siano i nostri a metterci il cuore, la grinta ed abbiano ancora tante energie, mi riempie di orgoglio. I minuti a disposizione sono pochi e vorrei che il tempo passasse più veloce. Poi si scatena una lotta di placcaggi che dura diversi minuti in cui i baschi impongono un logorio estenuante portando il loro punteggio a 27 per merito di un calcio di punizione. E’ un susseguirsi di sorpassi da parte delle due squadre che lascia senza fiato, che cattura ed esalta, ma ancora una volta non ho il tempo si soffermarmi su queste considerazioni, perché il morale alto degli Aironi è contagioso e nonostante il tempo sia agli sgoccioli loro ci credono ed anche noi che guardiamo ci crediamo, irrimediabilmente contagiati da loro. Hanno voglia di segnare di nuovo, trovano un muro nel Biarritz, è così che i sogni, se portati avanti con grinta, se ci si crede, si possono realizzare… ed ecco che si apre un buco e Julien Laharrague (francese ma airone) con un drop porta i verdi a 28.

28 a 27! Non ci posso credere! Splendidi Aironi!

Esultano, ridono, è festa! Sono stati grandi e questo infonde un’iniezione non indifferente di fiducia al rugby italiano. Smorziamo critiche e polemiche, perché quello che abbiamo visto oggi non è fortuna, è capacità, voglia di esserci; è giovane questa squadra ma sta costruendo la sua storia tirando fuori il meglio. Quindi, tiriamo fuori un po’ di ottimismo per il nostro rugby, e tiriamo fuori qualcos’altro perché, volendo, anche noi ne siamo dotati.

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