La bicicletta è uno strumento di resistenza nel mondo globalizzato degli sport. Oddio, quando essa non affoga nel doping. Ma questa è un’altra storia. Quella di cui oggi vogliamo parlare è relativa a un libro uscito da pochissimo: “Milano è bella in bici“, scritto da Anna Pavan, edito da Meravigli (160 pagine, 10 euro).
La bicicletta è sì uno strumento di sport, ma anche di locomozione a misura d’uomo in città che stanno perdendo la dimensione umana. Questo libro propone 25 itinerari per sudare un po’ e guardare la città con altri occhi. Percorsi tematici: la Milano dei graffiti, la Milano dei giardini, la Milano delle fontane. Cose belle da vedere e che in automobile non è possibile osservare come si deva. La bicicletta può conciliare con le città. Sarebbe carino che ogni città si dotasse di una guida del genere. Penso alle piccole cittadine di provincia in Emilia o nella bassa Lombardia, dove l’uso della due ruote ecologica è già molto in voga.
“Milano è bella in bici” è ovviamente dedicata al capoluogo meneghino, ma vale la pena proporla al pubblico perché svela un approccio diverso alla bicicletta e potrebbe indicare una strada nuova anche al ciclismo. La migliore strada del futuro del ciclismo passa dal passato: riscoprire i valori del mondo osservato pedalando. Senza essere stressati da traguardi e velocità.
Pubblicato in: Ciclismo
Una Lonely Planet per la bicicletta a Milano
19 dicembre 2008
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