Pubblicato in: Rugby

Inghilterra – Italia: un innominabile 59-13

di Sabrina 14 febbraio 2011

Twickenham, il tempio del rugby, è maestoso, incute timore. Come questa Inghilterra data per favorita. Oggi ci fanno neri e so già che in base alla legge fisica dei vasi comunicanti anche io, alla fine, avrò dolori dappertutto. Oggi Twickenham è un’arena dove gli Azzurri verranno dati in pasto ai leoni Inglesi e le ovazioni che si alzano dagli spalti  stracolmi sembrano proprio le grida della folla assetata di sangue che assisteva ai massacri nel Colosseo.

Facce da bravi ragazzi gli Azzurri, anche Castrogiovanni e Perugini che, nonostante il look barbaro celano un’enorme simpatia. Facce da crociati gli Inglesi, ne sono un esemio Moody, il capitano infortunato, che sembra un pirata, per non parlare del suo sostituto Mike Tindall in odore di nobiltà per le imminenti notti con la bella Zara Phillips.

La meta di Cueto

Basta dargli un’occhiata: fisico da boxeur, volto asimmetrico da facciata in un palo. Unica eccezione è Wilkinson, ma il suo viso da buono non stempera l’impressione dell’insieme. E poi, sarà una mia impressione, ma vestiti di bianco gli Inglesi non hanno niente di angelico, al contrario la loro divisa mette in evidenza una muscolatura che dice “di qui non si passa”. Sarà guerra, guerra dura.

Così è. Bastano 3 minuti all’Inghilterra ed Ashton segna la prima meta con quel suo tipico volo d’angelo così bello da vedere. Poco dopo Mirco Bergamasco accorcia la distanza con un calcio piazzato. Gli Inglesi non ci stanno, hanno degli avanti che fanno paura, dei tre quarti che sono micidiali e mettono in difficoltà la difesa Italiana, con quel Flood che sembra in grado di passare anche attraverso il buco di una serratura. L’Italia ci prova, si dà da fare, Mirco ci salva con altri 3 punti, ma il muro bianco degli Inglesi avanza inesorabile con fiammate che rendono quasi inefficace la nostra difesa ed i nostri placcaggi. Ed ecco che Ashton vola di nuovo in meta ed io mi domando come il paradenti possa rimanergli ancorato in bocca: dopo un volo simile come minimo dovrebbe essere stampato sulla fronte di un tifoso. Sono ancora immersa in queste considerazioni odontoiatriche che Cueto, da perfetta scheggia quale è, sguiscia via fra le mani degli Azzurri e piazza una meta. A mezz’ora dall’inizio i nostri ragazzi sembrano stanchi, provati persino un poco disorientati da quest’Inghilterra che, fresca come una rosa, sembra votata al nostro massacro. Il primo tempo non è ancora finito e Tindall si ritrova oltre la nostra linea di meta portando il risultato a 31-6. Basta! Non se ne può più! Cos’è, una raccolta punti del supermercato? Non dvono mica conquistare il Santo Graal!

Il secondo tempo inizia con un cartellino giallo a Castrogiovanni che si allontana sconsolato dal campo. Bene! Ora siamo pure in inferiorità numerica così non sarà più una guerra, sarà una Campagna di Russia. Gli Azzurri resistono nonostante l’inferiorità, ma si vede chiaramente che non ce la fanno più; spero solo che non li debbano raccogliere con scopa e paletta. Al 55′  chi è l’Inglese che segna la meta dopo una buona azione di Banahan? Ma Ashton naturalmente, e chi se no? Per la terza volta… non ho parole. Se avessi uno dei pali a portata di mano lo prenderei a testate e secondo me qualcuno dei nostri Azzurri lo farebbe tanto volentieri. Ormai la partita è finita, chi li prende più? I nostri ragazzi oltre che stanchi e pesti, sono anche sconsolati; saranno anche mancati i placcaggi giusti, le idee tattiche, avranno anche fatto delle pessime touche, ma il morale incide parecchio… e gli uomini della rosa ne approfittano. Infatti Danny Care supera Lo Cicero senza problemi e va in meta come se andasse a raccogliere violette. L’orgoglio degli Azzurri a questo punto ha un’impennata e con un’ultima fiammata – a 10 minuti dalla fine – una maul avanzante italiana trascina Fabio Ongaro oltre la linea di meta. 45-13. Agli Inglesi non va giù, o forse devono completate la raccolta punti, fatto sta che James Haskell mette i puntini sulle “i” ed anche lui segna, forse perchè si sentiva in difetto o forse per usare quei muscoli che lui ha in più e non sono classificati  nei normali testi di anatomia umana. Il tempo non è ancora scaduto e tanto per ribadire che il numero perfetto non è il tre, Chris Ashton segna la sua quarta meta della partita.  E’ uno scandalo!   Masi ci prova ancora, ma purtroppo viene fermato da un magnifico placcaggio di Wilkinson che per la botta rimane momentaneamente a terra. Punteggio finale: 59-13.

Che dire? Era prevedibile, ma non in questo modo. Gli Azzurri hanno davanti ancora Scozia, Galles, e la Francia che se è in giornata buona non scherza: non sarà così feroce, ma è fantasiosa.

Mentre sul campo Mirco e Tindall si scambiano pacche sulle spalle e si accordano per scambiarsi la maglietta, nel frattempo io mi metto le mie bende virtuali e quando ho finito sembro una mummia.

 

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