Pubblicato in: Ciclismo

Un libro riapre il caso sulla morte di Pantani

di francesca 12 dicembre 2007

Un libro, uscito in Francia qualche mese fa, ha riaperto il caso sulla misteriosa morte di Marco Pantani. Il libro, che s’intitola Vie et mort de Marco Pantani è stato scritto da un giornalista de L’Equipe, Philippe Brunel che ha seguito negli anni molti giri e tour. Nelle pagine di questa controinchiesta non vengono indagati i momenti di gloria ed i fallimenti del grande ciclista ma viene preso in esame lo strano comportamento dei media e degli inquirenti e la loro accettazione passiva alle spiegazioni, superficiali e sbrigative, sulle cause della sua morte, avvenuta il 14 febbraio del 2004. Un’indagine archiviata nel tempo record di 55 giorni come morte da overdose di cocaina quando la media, in casi come questo, si aggira intorno ai due anni.
Secondo le indagini svolte da Philippe Brunel molti sono i punti oscuri a cui non si è data risposta e che lasciano molti dubbi sulla morte per overdose del Pirata. La stanza del Residence Le Rose di Rimini, dove Pantani soggiornava, e in cui si è consumato il dramma della sua morte, è stata trovata completamente sottosopra, tanto da essere descritta come ‘un campo di battaglia’ dagli atti processuali. Strano che un uomo da solo riesca a spostare tutti i mobili e a mettere a soqquadro un intero appartamento senza riportare un che minimo segno, né sulle mani, né sulle unghie. Ed è altresì strano che non siano state prese le impronte digitali all’interno di questa stanza, e soprattutto, che non siano stati esaminati i filmati delle telecamere interne. Inoltre all’interno della stanza sono stati rinvenuti resti di cibo cinese take-away. Ma Marco Pantani non l’ha mai ordinato, non risulta, infatti, nessuna telefonata a tal proposito sul tabulato del residence né su quello del suo cellulare. Dall’autopsia, inoltre, emerge che Marco non ha mangiato del cibo cinese. Se non è stato lui, allora chi è stato? Chi ha introdotto questo cibo nella sua stanza? Purtroppo anche se si volessero fare altri accertamenti sulla stanza sarebbe impossibile dato che il residence è stato abbattuto, portando con sé il segreto della morte del più grande ciclista italiano degli ultimi trent’anni.
Ma le stranezze non finiscono qui. Qualcosa non torna anche nella ricostruzione del ritrovamento del corpo di Pantani. Il portiere Pietro Buccellato rinviene il corpo del corridore romagnolo alle 20.30 ed immediatamente avverte il 118. Il medico legale, giunge però al residence solo un’ora dopo, alle 21.33. Un tempo record per attraversare una città di mare in inverno, come è noto, praticamente deserta o quasi. Il particolare, che più ha suscitato clamore e sgomento, però, in tutta questa vicenda è stato sicuramente il racconto del medico legale, Giovanni Fortuni, che temendo venisse trafugato il cuore di Pantani (ma da chi?) l’ha portato con sé a casa, in un contenitore per organi, e lo ha nascosto in cucina, senza rivelare niente alla moglie. Insomma, un mistero italiano, che come troppo spesso è accaduto, è stato archiviato frettolosamente nel modo più facile.

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