Pubblicato in: Tennis

La morte di Federico Luzzi: una racchettata alla fortuna

di luca.fotia 27 ottobre 2008

La scomparsa di Federico Luzzi ha toccato le corde emotive di migliaia di sportivi. E anche chi con il tennis non ha molto da spartire si è fermato un attimo a riflettere. Capita sempre così quando a morire è un ragazzo fresco, forte e bello. Capita sempre così quando uno di quei mali bastardi con cui un mucchio di italiani purtroppo deve fare i conti nel doloroso silenzio dei nosocomi nostrani colpisce, per di più con la velocità di uno smash, un personaggio all’apparenza invulnerabile.

Oggi ad Arezzo si terranno i funerali di Federico Luzzi, uno dei nostri tennisti di maggior talento. Da sabato scorso il guest book dek suo sito internet è una camera ardente virtuale, un luogo di commozione e preghiere. Tra sabato e ieri sera 83 pagine e più di 830 messaggi sono stati scritti da internauti di tutto il mondo. Dalla Russia all’Argentina, dall’Olanda alla Spagna: la feroce malattia che si è portata via la racchetta e il sorriso di Federico Luzzi ha sconvolto a tutte le latitudini.

Non solo fan, dicevamo. Ma anche espressioni di cordoglio come queste: “Sono un ragazzo di 28 anni come, non ti ho mai visto giocare e non ti conoscevo , ma la vita di una persona non può e non dovrebbe finire in così breve tempo…vola in alto e continua a brillare lassù…”.

Non ti conoscevo nè seguivo tanto meno il tuo sport, ma sentivo di partecipare a questo momento, grande grandissimo uomo sarai sempre, monica”.

“La notizia della tua scomparsa mi ha colpito profondamente pur non conoscendoti personalmente e tantomeno essere appassionato di tennis. credo che la vita quando meno te lo aspetti possa destinare bocconi veramente amari……..spero che, non so dove, tu possa continuare a sorridere. ciao federico, riposa in pace. un tuo concittadino….qualsiasi”.

Uno qualsiasi a cui Federico oggi insegna che di fronte alla leucemia siamo tutti uomini qualsiasi.
Federico Luzzi si sentiva un “ragazzo fortunato“. Semplicemente perché aveva potuto giocare nel 2001 una splendida Coppa Davis, che peraltro la nazionale azzurra vinse in Finlandia. Fortunato… Come aveva torto.

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