E’ di qualche giorno fa la notizia che il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha bloccato la diffusione in Italia del videogioco ‘Manhunt 2’, dopo che questo era stato messo al bando anche in Gran Bretagna. “Più che violento – ha commentato il ministro in una nota diffusa dal suo ufficio, per spiegare la decisione della ‘censura’, come alcuni l’hanno definita, – il gioco in questione e’ crudele e sadico, con un’ ambientazione squallida e un continuo, insistente incoraggiamento alla violenza e all’ omicidio“. Ma quella del ministro deve essere considerata solo una misura temporanea visto che non c’è nessuna legge che gli consente di bloccare il gioco. E’ per questo che Gentiloni ha chiesto formalmente alla società di distribuzione statunitense Take-Two Interactive, produttore del gioco, di impedirne la diffusione nel nostro paese. La censura preventiva è scattata dopo che alcuni studi sul videogioco fatti dal Ministero hanno portato alla luce la sostanziale differenza con la prima release, distribuita nel 2003 (per soli maggiorenni). Un parere condiviso anche da Telefono Azzurro, che aveva chiesto l’intervento del governo contro il videogame. Dal canto suo la Take-two ha ricordato come sia diritto delle persone decidere se acquistarlo o meno, una volta informati sulle caratteristiche del prodotto. In tutti i casi, la società americana non sembra essere molto preoccupata dell’infuriare della polemica, anche perché ha chiuso il 2006 con un attivo di oltre 1 miliardo di dollari e ha in mano previsioni di vendita che parlano di un incasso, per Manhunt 2 intorno ai 40 milioni di dollari.