Pubblicato in: Rugby, Sport

Un amore ovale: il rugby si tinge di rosa

di Sabrina 11 maggio 2012

… e non a causa di magliette o braghette color confetto e neppure in onore di tutte le splendide, bellissime, fortissime donne che praticano questo sport; anzi, colgo l’occasione per inchinarmi dinanzi alla loro dedizione e bravura. Ho buttato il rugby in un romanzo prettamente femminile, ne ho fatto l’ambientazione di una storia puramente romantica perchè ormai lo sport fa parte del nostro quotidiano e dato che adoro il Rugby ho voluto che fosse lo sfondo del mio romanzo.

E’ risaputo che leggere è terapeutico perchè estraniandoci dalla realtà, immedesimandoci nelle vicende più o meno sofferte dei protagonisti, possiamo guardare noi stessi da un’angolazione diversa, più distaccata e poter di conseguenza sezionare i nostri problemi e magari trovarne la soluzione. Se poi leggere un libro ci regala qualche ora di spensieratezza, beh, ben venga. Uno dei miei intenti era appunto divertire ed emozionare.

Ebbi l’idea due anni fa guardando in TV una partita di TOP 14, ricordo che giocava il Biarritz Olimpique e lo Stade Toulousain. Lo so, potrebbe sembrare curioso, eppure mentre seguivo il match la mia mente fantasticava: desideravo fortissimamente creare una storia romantica, una storia che avesse come protagonista maschile un rugbista ed una donna comune completamente digiuna di rugby.

Da lì le idee si sono acavallate una dietro l’altra, a cascata. Un amore ovale è il mio personalissimo omaggio al Rugby ed al mondo che circonda questo sport per fortuna ancora abbastanza incontaminato. Uno sport duro, che non perdona, ma per niente violento, nonostante le apparenze. Uno sport dove lo spirito di squadra, il rispetto per l’avversario, la dedizione, la correttezza sono valori fondamentali. Un amore ovale è un omaggio a questi splendidi atleti: per la stragrate maggioranza uomini comuni che non si atteggiano a star, uomini che hanno vite semplici, che non si innamorano delle veline, che vivono il loro momento di gloria nella quotidianità di una vita normale.

Volevo descrivere il Mondo Ovale attraverso il punto di vista di lei, a volte irriverente e spesso comico; volevo una storia semplice, attuale, senza tante complicazioni, romantica, passionale, con momenti piccanti e con momenti esilaranti. Fosca e Leif, i due protagonisti, sono nati così, poi si sono evoluti, hanno preso vita, hanno creato quasi da soli tutti i momenti della loro storia che si svolge in Galles. Perchè il Galles? Beh, perchè lì il Rugby è quasi una religione.

In breve, la storia. Dopo un lungo matrimonio, Fosca si separa dall’affermato e ricco avvocato Leonard Kenneth che ha sposato giovanissima: dieci lunghi anni in una gabbia dorata ed ora, finalmente libera, riprende le fila della sua vita per ricominciare tutto d’accapo. Lascia, così, la sua città natale, Londra, e si trasferisce a Newbridge (nome di fantasia) dove vivono i suoi amici di sempre, Anna e Matt.

Fosca è una trentenne goffa, la cui sfrenata propensione alle brutte figure la catapulta spesso in situazioni di una comicità imbarazzante. Suo malgrado e quasi a forza si ritroverà proiettata nel mondo del rugby dove c’è Leif ad attenderla: un giocatore professionista dalla personalità decisa e diretta – un semidio agli occhi di Fosca – che si innamorerà irrimediabilmente di lei.

Questa è la loro storia fatta di momenti comici, di situazioni esilaranti, ma anche di un’intensa passione. Lungo il cammino non mancheranno gli ostacoli, perché Fosca non è perfetta, tutt’altro; è una donna come tante con paure e dubbi, ben lontana quindi dal classico modello di eroina da romanzo e forse per questo così vicina a noi che a volte ci comportiamo da Wonder Woman, ma dentro siamo ancora fragili ed insicure. Fosca vuole comunque una seconda occasione, vuole questo amore meraviglioso e Leif non si lascerà sfuggire la “la sua piccola donna”: andrà avanti a testa bassa pronto a placcare la vita proprio come se fosse su un campo da rugby.

«Vedi di spiegarmi qualcosa mentre giocano perché io non ne so assolutamente nulla» si raccomandò.

Osservò i rugbysti. Era abituata ad avere sotto gli occhi Matthew tutti i giorni, ma vederne trenta così ben piazzati in una sola volta era decisamente un bel colpo d’occhio! Con quelle magliette attillate e quei pantaloncini corti erano decisamente notevoli! Per lei era un “panorama” insolito. Si agitò sul sedile, a disagio. Colpa della sua lunga reclusione monacale, pensò, per cui ora si ritrovava a sbavare come un bulldog per qualche muscolo in più; si stava comportando come una vecchia zitella illibata.

Notò gomiti, braccia, polsi o cosce già fasciati  da bende bianche come se fossero reduci  da un precedente infortunio, particolare che rendeva il loro aspetto più rude e selvaggio. Che si fossero già pestati nello spogliatoio? Si chiese, ed inoltre quel cipiglio da antichi guerrieri non aiutava in alcun modo il suo self control.

«Dov’è il vostro amico… quel… come si chiama, Leif Owens?»

Pur sforzandosi non ne scorgeva uno particolarmente orrendo come si era immaginata.

«È là » Anna glielo indicò «quello con il caschetto.»

L’atleta che le aveva indicato era lontano rispetto a loro, ma anche da quella distanza notò che era molto alto ed aveva un fisico muscoloso e perfetto.

Senza accorgersene Fosca rimase con la bocca a forma di “O” maiuscola.

«Un metro e novantotto per centodieci chili» precisò Matthew.

A quel punto le cadde la mandibola.

Mi sono divertita tantissimo a scrivere questo romanzo e nel mio cuore covavo il grande desiderio che altri potessero divertirsi in eguale misura a leggerla. Quasi non ci speravo, era un sogno, il sogno di una vita. Poi un giorno ho comprato Rugby Love di Marco Turchetto, ho inviato il manoscritto alla stessa Casa Editrice di questo delizioso libro… poi ho sperato. Nel sito della A.Car Edizioni c’è scritto che “la pubblicazione di un libro è la realizzazione di un sogno” ed è vero; hanno reso tangibile il mio sogno. Grazie per questa splendida opportunità. Ora Fosca e Leif sono vivi.

 

Un amore ovale

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